Riflessioni sulla PACE
di Don Silvio Del buono e Marco Anselmo
La Pace: una realtà che sembra lontana da noi, irraggiungibile perché troppo al di sopra delle nostre forze, al di là delle nostre possibilità e soprattutto delle nostre responsabilità. Lottare contro chi, verso che cosa e con che eventuale risultato?
La Pace : una questione le cui sorti sembrano stare nelle mani dei pochi che decidono a tavolino per i molti che forse ancora di più l’hanno a cuore, e che per questo , spesso , rimane un problema insoluto; un enigma che paradossalmente trascende le possibilità di coloro che più da vicino sono gli interessati e cioè gli uomini e donne di ogni paese nella loro totalità, le masse di persone, specialmente le più deboli, le più povere , le più sfruttate .
Per esse il diritto alla vita, ad una vita degna di un essere umano e la dignità conseguente da riconoscergli sono la forma immediata con cui si presenta una credibile proposta di Pace.
La Pace assume allora il volto del rispetto e della promozione dei più elementari diritti umani di cui la vita ha bisogno. Si, perché la Pace non è soltanto un problema di bombe e di missili, di rapporti Est-Ovest, di equilibri di forza tra potenze contrapposte, questo è semmai l’ultimo sintomo, il più a noi vicino, di una malattia che ha altrove le sue radici ben più profonde.
Dal punto di vista umano, si può dire che lo squilibrio dei rapporti tra gli uomini, la disuguaglianza provocata all’interno delle società e tra i popoli stessi è dovuta alla volontà di dominio, di potere, di autoaffermazione di un singolo, di una classe, di un gruppo, di un popolo sugli altri.
L’uomo, ha sempre ceduto alla tentazione di trovare il proprio bene, la propria autonomia, la propria identità, nella sottomissione o addirittura nell’annullamento della realtà che gli sta attorno, sui simili compresi. Ha ceduto a voler vedere gli altri come substrato da usare, da trasformare come strumento di profitto, oppure, in caso contrario come ostacolo da abbattere.
Dal punto di vista politico ed economico questa deviazione si trasforma in ideologia e in sfruttamento. la politica dei due blocchi è conseguenza di una ormai consolidata strategia dell’accaparramento e dello sfruttamento da parte di alcuni popoli nei confronti di altri: è il limite imposto da uno sfruttatore ad un altro per poter mantenere intatto il proprio dominio su una parte del mondo di fronte al concorrente.
È all’interno di questi due blocchi che sta perciò lo squilibrio, quello principale, il motivo del fronteggiarsi di due ideologie.
Chi crede veramente nella Pace, chi è portatore di Pace sa che c’è bisogno di una nuova conversione dell’uomo. Smontare gli spiriti significa anzitutto abbandonare la logica del consumo arbitrario e illimitato, optare per una vita che non sia schiavizzata da miti inconsistenti, ma ritorni all’essenziale, a farci sentire uomini solidali con altri uomini, parte di una umanità il cui destino e le cui mete passano attraverso tutti noi.
Solo a partire da una totale conversione, dal realizzarsi di un uomo nuovo, e perciò da un rovesciamento del nostro modo di vita attuale, da una opposizione alla logica del consumo si potranno porre le basi per una reale solidarietà con tutti i popoli e scardinare perciò alla radice la logica del conflitto e degli equilibri di forza, perché così facendo le toglieremo la vera ragione di esistere.
Spunti di riflessione da uno scambio di idee tra Don Silvio Del buono († 2021) e Marco Anselmo Vicepresidente ASCA e uno dei primi obiettori di coscienza al servizio militare in Provincia di Savona.